Oggigiorno temi come il maching learning e l’intelligenza artificiale sono sulla bocca di tutti, addetti ai lavori e non. La tecnologia, infatti, sta facendo passi da gigante in questo settore e ben presto ci troveremo a dover fare i conti con questa nuova fase evolutiva dei sistemi informatici. In particolare dovremmo già porci la seguente domanda: l’intelligenza artificiale supererà davvero l’intelligenza umana? E per quel che riguarda in concreto il campo grafico, l’human design è destinato a soccombere difronte alla perfezione di nuove macchine creative? Insomma la professione del graphic designer in carne e ossa rischia davvero di scomparire insieme a centinaia di altri mestieri “troppo” umani?
Il tema è assai complesso e logicamente non abbiamo la pretesa di esaurirlo in queste poche righe. Ma proviamo comunque a fare un piccolo ragionamento e ad avanzare una previsione.
L’evoluzione dell’AI e del machine learning
Innanzitutto viene naturale chiedersi: come mai negli ultimi anni c’è questa improvvisa accelerazione nel campo dell’AI? Una grande spinta sicuramente è arrivata dal centro di ricerca di Google che da anni studia algoritmi sempre più sofisticati e autonomi, in grado di imparare dalle informazioni percepite nel mondo circostante. La capacità di rielaborazione autonoma dei dati è qualcosa che al tempo stesso affascina e spaventa. I timori sono dovuti non solo al fatto che milioni di persone perderanno il proprio lavoro a causa delle macchine pensanti, ma anche all’incapacità da parte dell’uomo di controllarne lo sviluppo. Il rischio è che tutto ciò possa aprire la strada alla creazione di un ecosistema parallelo e potenzialmente ostile, il mondo delle macchine intelligenti appunto.
Human design o robot design: il futuro è nella competizione
Come lo human design si inserisce all’interno di questo discorso? Di certo non è e non sarà immune da evoluzioni tecnologiche di questo genere. Lo stiamo già vedendo con la realizzazione di logo aziendali. Quando vogliamo un prodotto di qualità di solito ci rivolgiamo al nostro designer di fiducia o a piattaforme come TalentGo in cui il dialogo con il creativo è parte fondamentale del processo realizzativo. Con lo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale molto probabilmente ci saranno macchine in grado di emulare le performance umane non solo in termini puramente creativi ma anche dal punto di vista empatico ed emotivo nel rapporto con il cliente.
In che modo lo human design può difendersi in questo scenario ed evitare l’estinzione? Se le macchine cercano di assomigliare agli uomini, questi ultimi non potranno sottrarsi alla competizione. Dovremo quindi cercare di costruire una reputation in grado di competere anche con i robot più creativi e performanti. Il “fattore umano” per quanto indistinguibile potrebbe tuttavia rivelarsi un vantaggio a livello competitivo.
Il discorso è evidentemente lungo e molto complesso, ma è già ora di inziare a pensarci. Voi che ne dite?