I filtri anti-spam sono un’arma a doppio taglio: da un lato fanno un gran lavoro impedendo a malintenzionati e spammatori seriali di danneggiarci e infastidirci; dall’altro però spesso impediscono anche a email di valore di finire correttamente nelle inbox dei nostri utenti.
Questo è un problema soprattutto per chi opera nel marketing digitale o comunque vuole sfruttare questo canale per mettersi in relazione con il proprio pubblico.
Alcune statistiche ci dicono che circa una email su 6 viene recapitata nello spam o addirittura bloccata del tutto dai filtri. Non è poco se ci pensiamo bene.
Come riuscire quindi a evitare che la tua newsletter finisca nello spam?
Di cosa stiamo parlando?
Procediamo con ordine e prima di tutto chiediamoci: cos’è lo spam?
Tecnicamente con questa parola ci si riferisce a tutte le email non richieste inviate a utenti che non hanno mai dato il loro consenso a riceverle.
Nel migliori dei casi possono essere noiose email promozionali; nel peggiore invece possono nascondere malware, o email per fare phishing.
Ma qual è l’identikit di una email spam?
Non è richiesta; presenta un oggetto spesso ingannevole; il testo è pieno di errori grammaticali e ortografici; contiente sempre o quasi sempre un link; il mittente spesso è anonimo; può contenere immagini, colori e diversi caratteri tipografici; può incorporare allegati sospetti.
I filtri antispam sono gli strumenti normalmente utilizzati per proteggersi da questo tipo di email.
Il problema dal punto di vista del marketer però è che spesso questi filtri fanno molto più del loro dovere e vanno a schermare anche email assolutamente lecite e consentite.
Come fare allora?
“Non buttar via il bambino con l’acqua sporca”
L’unico modo è conoscere il tuo nemico e cercare di comprendere come funziona il meccanismo dei filtri antispam.
Questi individuano innanzitutto le email di bassa qualità impendendo che arrivino nella inbox.
Ci sono un sacco di fattori che permettono ai filtri di operare questa “scelta”. In passato un testo con errori e pieno di immagini era sufficiente per individuare una email sospetta.
Oggi questi algoritmi, perché di questo si tratta, sono molto più aggressivi per cui il rischio di “buttar via il bambino con l’acqua sporca” è reale.
Ad esempio sono in grado di valutare il coinvolgimento degli utenti analizzando le interazioni con le email recapitate. Se queste non vengono aperte o addirittura cestinate il filtro può iniziare a “vederle” come sospette e quindi a indirizzarle nello spam.
Le azioni ritenute “positive” dagli algoritmi di gestione delle caselle di posta in genere sono l’apertura, la risposta, lo spostamento intenzianale verso una cartella e il fatto di non finire nella spazzatura.
Tutto ciò che è opposto a queste azioni viene considerato negativamente per cui il rischio che le email finiscano nello spam aumenta.
Quindi… come evitare che la tua newsletter finisca nello spam?
Abbiamo individuato 7 regole fondamentali da rispettare e tener sempre a mente per ridurre questa infausta eventualità:
- Non dare per scontato di avere il permesso di inviare campagne e-mail;
- Offri agli utenti la possibilità di decidere che tipo di contenuti desiderano ricevere in modo da aumentare il tasso di apertura;
- Verica sempre il dominio della casella di posta elettronica da cui invii la newsletter;
- Costruisci in maniera naturale e organica la tua mailing list, non cercare scorciatoie.
- Fai in modo che la tua piattaforma di invio newsletter ti aiuti a mantenere pulita la mailing list eliminando gli indirizzi hard bounce.
- Chiedi agli utenti iscritti di inserire il tuo indirizzo email tra i loro contatti.
- Utilizza sempre un indirizzo email “normale” che rappresenti in modo trasparente la tua identità.
Prova a mettere in atto i nostri consigli per evitare che la tua newsletter finisca nello spam o quantomeno per ridurre le possibilità che questo accada.