Ti ricordi come si faceva SEO negli anni 2000?
La concorrenza era pochissima e molti non sapevano nemmeno che cosa fosse la SEO.
Bastava inserire qualche parola chiave nel codice e il gioco era fatto.
Oggi ottimizzare contenuti per la SEO è tutto un altro paio di maniche. Il search intent o intento di ricerca riveste un ruolo centrale.
Gli algoritmi sono più complessi, sofisticati e “intelligenti”, per cui richiedono una maggiore abilità nella creazione di contenuti.
Non è più sufficiente sapere quale contenuto gli utenti stanno cercando ma anche perché lo stanno cercando. In definitiva l’intento di ricerca altro non è che la pre-visione dei bisogni e dei desideri dell’utente.
Come si fa tutto ciò? In questo articolo puoi trovare alcune indicazioni utili.
Contenuti per la SEO… Nella mente degli utenti
Entrare nella mente degli utenti e capire cosa desiderano esattamente è la vera e unica sfida della SEO oggi.
Saperlo ci aiuta a progettare contenuti, servizi, prodotti in linea con le aspettative dell’utente finale. Quindi non basta la qualità, deve essere una qualità focalizzata sull’utente.
I motori di ricerca e Google in particolare hanno affinato a tal punto i loro algoritmi che sono in grado di stabilire in base ai comportamenti online e offline cosa si nasconde dietro il search intent.
Ci sono diversi strumenti che ci permettono di analizzare il comportamento degli utenti (basti pensare al noto Hotjar) e quindi di modificare i nostri contenuti in base ad esso.
Studiare l’intento di ricerca serve esattamente a questo, a creare contenuti per la SEO, cioè per gli utenti.
Possiamo distinguere 4 tipi di search intent:
- Informazionale – ricerca di un’informazione (Come? Chi? Cosa? …).
- Navigazionale – so già dove andare.
- Transazionale – so cià cosa da acquistare.
- Commerciale – cerco informazioni su decisione di acquisto.
7 modi di approccarsi alla comprensione dell’intento di ricerca dell’utente
Pensa come se l’utente fossi tu. Prova a immedesimarti nell’utente, come ti comporteresti? Che tipo di scelte faresti? Apprezzeresti i tuoi contenuti? Li trovi utili per ciò che ti serve?
Guarda come si comporta dopo la prima ricerca. Gli strumenti di tracking come Analytics e Hotjar offrono informazioni preziose. Fai attenzione in particolare a cosa succede dopo che l’utente è arrivato sul tuo sito digitando una determinata keyword. Cosa fa? Ha trovato esattamente quello che stava cercando?
Studia i primi risultati di ricerca della SERP. Cosa c’è di più illuminante sul genere di contenuti che gli utenti desiderano in relazione alle parole digitate? I primi risultati di ricerca rivelano proprio ciò che gli utenti vogliono in relazione alla keyword cercata.
Guarda le opzioni di riempimento automatico e le ricerche correlate. Anche in questo caso è Google stessa che ci offre informazioni preziosissimente sul search intent dandoci direttive precise su come ottimizzare i contenuti per la SEO
Analizza i dati dei clienti che già possiedi. Se hai uno storico dei tuoi clienti, parti dall’analizzare quei dati. Una miniera d’oro.
Guarda e impara dai tuoi competitor. La concorrenza può essere una fonte di informazioni inesauribile. Cosa fanno i tuoi competitor? Nota non solo i casi di successo ma anche i fallimenti. Impara anche da quelli
Osserva a quel che succede sui social media. Infine monitora con attenzione quel che succede sulle piattaforme social. È quello dopotutto il regno della domanda latente. Creare relazioni e studia il comportamento degli utenti. Di cosa parlano?
Sulla base delle informazioni che sarai in grado di estrapolare, potrai ottimizzare al meglio i tuoi contenuti per la SEO che tengano effettivamente conto dell’intenzione reale dell’utente.
Il miglior modo per fare SEO.