Le cta, acronimo di Call To Action, sono potentissimi strumenti di marketing.
La “chiamata all’azione”, infatti, rappresenta il momento clou del messaggio pubblicitario: è lì che l’utente finale viene coinvolto in maniera diretta allo scopo di ottenere il risultato sperato, sia esso una vendita, l’acquisizione di un contatto o qualunque altra cosa.
È dunque un elemento importantissimo da cui può dipendere il successo di un’intera campagna pubblicitaria.
Non sempre, tuttavia, le ciambelle riescono con il buco e la storia è piena di esempi di cta fallimentari.
Ma è soprattutto dagli errori degli altri che si può imparare e questo è proprio ciò che cercheremo di fare con questo articolo.
Qui di seguito troverai una serie di esempi di cta “sbagliate”; un elenco di casi che è bene studiare per evitare di incorrere negli stessi errori.
Esempi di cta con errori da evitare
Un errore comune è quello di non contestualizzare in modo adeguato la call to action, ovvero quello di trascurare tutta la parte di content e copy informativo che è essenziale per accompagnare l’utente verso l’obiettivo desiderato. Senza contesto e “accompagnamento” le cta sono inefficaci.
Un secondo aspetto che purtroppo viene spesso trascurato concerne l’ottimizzazione grafica sui dispositivi mobile. Capita infatti di imbattersi in landing page in cui i pulsanti di cta non sono ben allineati con il resto della pagina o che addirittura fuoriescono da essa. Tutto ciò disorienta l’utente e lo allontana.
Molto spesso non c’è coerenza tra la cta e la pagina di destinazione e anche in questo caso il rischio è quello di disorientare l’utente. Non bisogna cadere nell’errore di apparire ambigui e fuorvianti; quando l’utente decide di cliccare deve avere ben chiaro in mente cosa sta facendo e dove sarà indirizzato.
I pulsanti di cta sono sovente inseriti all’interno di pagine di vendita il cui scopo è appunto quello di convertire l’utente in cliente. I tassi di conversione si abbassano vertiginosamente quando le cta sono inserite all’interno di un contesto palesemente finalizzato alla vendita invece che a mostrare e dare valore all’utente finale. Occorre fare attenzione a questo elemento psicologico.
Un altro errore comune è quello di rendere la cta troppo generica: locuzioni come “clicca qui” o “continua”, oltre ad essere abusate, non danno l’idea di ciò che effettivamente troverà dall’altra parte. Esplicitare la finalità aiuta ad aumentare i tassi conversione.
Diversi esempi di cta dimostrano come la standardizzazione riduca il convertion rate. Personalizzare le landing page e le cta in base al target finale è una buon strategia per aumentarlo.
Come ci insegna il buon Robert Cialdini, urgency e scarcity sono due fattori psicologici importantissimi in fase di conversione. Le cta che non includono questi elementi fanno molta più fatica a spingere gli utenti a cliccare.
Un altro errore che si vede spesso consiste nel riempire la landing page di call to action. Questo è assolutamente da evitare perché l’unico effetto che si ottiene è quello di disorientare l’utente.
Quelli che vi abbiamo appena elencato sono alcuni esempi di cta “come non devono essere fatte” .
Si tratta di principi generali che più o meno valgono sempre e ovunque. Tuttavia vi consigliamo di fare dei test e di valutare caso per caso quale sia la scelta più opportuna.