Abbiamo affrontato in alcuni post i casi in cui si può pensare ad un logo nuovo ovvero alla delicata fase di “restyling“. Oltre ai logo contest su TalentGo, in cui si chiedono nuovi loghi per startup o nuova aziende, ci sono alcune realtà che chiedono una “rivisitazione” del proprio marchio ormai datato.
In alcuni casi questa operazione è necessaria per stare al passo con i tempi oppure per celebrare un anniversario (si veda il post logo anniversario un restyling particolare). Dovrebbe quindi essere un monento per “parlare di se” e per fare “brand awareness“.
Ma per alcune aziende presentare il logo nuovo è stato un momento difficile e un’operazione “lunga” da fare digerire ai consumatori. In alcuni casi alcuni brand famosi si sono portati dietro critiche da più fronti.
Vediamo quindi i casi in cui questo restyling “non s’ha da fare, né domani, né mai” e, in coda, alcuni restyling passati indenni alle critiche.
Logo nuovo, polemiche vecchie
Ovviamente quando si affronta un cambiamento di un marchio noto bisogna essere preparati alle critiche, fosse anche per un discorso di abitudine o “nostalgia” è normale che un logo nuovo ci metta un pò di tempo a “fare breccia” nel cuore dei consumatori. A seconda della “popolarità” possono volerci anche alcuni mesi. Altre volte inveve ci si interroga sulla reale necessità del restyling visti i risultati.
Così è stato per eBay che nel 2012, in occasione del cambio logo, ha suscitato alcune perplessità. Sicuramente il logo nuovo è essenziale, pulito e con uno stile minimal, ma guardando il prima e il dopo c’è da chiedersi se non sia stata fatta una “marcia indietro” o un avvicinamento ad altri loghi famosi (c’è chi cita Google). Infatti tra i commenti presenti su Facebook all’annuncio se ne leggevano pochi entusiasti: “Thumbs down…it looks like the Sears font.” – “The old one is epic, why change :\” – “Looks like Google bought you and changed your logo to be more like theirs” – “I love it!” – “Really? Looks fake.”
Sorte simile anche per Yahoo! che l’anno scorso ha fatto un restyling del logo ricevendo però molte critiche su Twitter. Lettere più sottili e stile pulito ma dopo diciotto anni molti hanno fatto fatica ad accettare la novità. Finora però queste “critiche” non hanno generato pesanti conseguenze e, dopo qualche mese, il logo nuovo è ormai accettato.
Anche per Starbucks i “danni” sono stati limitati. La decisione presa nel 2011 è una di quelle che pochi brand nel mondo possono permettersi, ovvero togliere il “nome” dal logo mantenendo solo l’icona. Apripista di questa strategia è sicuramente Nike con il suo swoosh, ma anche Apple può ormai permettersi di “firmare” solo con la famosa mela sinonimo di tecnologia e stile.
Starbucks per festeggiare il suo 40esimo anniversario nel 2011 ha presentato il nuovo logo, rimuovendo il testo e lasciando solo l’icona della sirena. Ma di fronte alle critiche dei propri clienti Starbucks ha fatto una parziale “retromarcia” mantenendo ancora in vigore il vecchio logo per diversi mesi: un restyling graduale quindi che oggi lascia spazio alla sola icona, proprio come Nike e Apple.
Logo nuovo per GAP e AS Roma
È andata molto peggio a GAP, la famosa azienda di abbigliamento e accessori di San Francisco che dopo il lancio del logo nuovo con modifiche messe in discussione da fan, clienti e designer ha deciso di tornare al vecchio logo. A nulla sono valsi i tentativi dell’azienda di “convertire” le critiche in opportunità mostrando una apertura al dialogo e ai consigli. Infatti l’ultimo commento ufficiale dell’azienda su Facebook è stato: “Ok. We’ve heard loud and clear that you don’t like the new logo. […] We only want what’s best for the brand and our customers. So […] we’re bringing back the Blue Box tonight” (traduzione: “Abbiamo capito che il nuovo logo non piace, vogliamo solo il meglio per il brand e per i clienti, quindi torneremo alla versione vecchia da stasera“): una resa incondizionata.
E il potere dei “clienti” e affezionati si è fatto sentire anche in Italia. Quando si parla di calcio sono i “tifosi” a fare da padroni e a pilotare anche alcune scelte societarie. Senza entrare nel merito del calciomercato parliamo del logo nuovo della Roma che lo scorso anno lo ha presentato venendo immediatamente “tempestata” di critiche e fatta oggetto di scherno dai tifosi avversari. La colpa? Nonostante la continuità con gli elementi presenti nei loghi precedenti (i colori oltre all’icona della Lupa e dei gemelli) l’opinione prevalente è che il logo nuovo ricorda troppo quello utilizzato per le maglie non originali. Oltre ad un discorso “grafico” le critiche si sono abbattute anche sulla parte “copy“. Infatti è sparita la dicitura A.S.R. (Associazione Sportiva Roma) per lasciare posto alla scritta per intero “Roma 1927” criticata da alcuni in quanto: “Nel 1927 è nata la AS Roma, non Roma“. Non mancano poi i commenti ironici delle altre tifoserie: “Il primo caso al mondo di un’azienda che tarocca il brand degli abusivi: dal 1927“.
Detto questo sembrerebbe che fare un restyling del logo sia un’operazione sconsigliata. Ma ci sono anche moltissimi casi di successo in cui il logo nuovo ha fatto presa sul mercato e sui clienti in tempi rapidi. Tra i brand che hanno cambiato e aggiornato il logo nel 2013 ci sono Facebook, Nivea e Motorola, solo per citarne alcuni.
Quindi non bisogna aver paura del restyling, anzi… magari proprio il contest creativo è la strada giusta per valutare decine di proposte e capire quale strada adottare per il futuro della propria azienda.
